1. PREMESSA
Dei rustici ticinesi, in particolare quelli ubicati fuori zona edificabile, sentiamo parlare spesso in termini problematici: da un lato per una certa rigidità delle normative in vigore, dall'altro per decisioni talvolta difficili da digerire da parte delle autorità competenti; oppure ancora per l'intransigenza, ritenuta eccessiva, che la Berna federale manifesta nei confronti del Ticino. Fanno meno notizia i molti restauri di qualità, promossi sia da privati che da enti pubblici, sicuramente meritevoli di essere conosciuti.
L'intento di questo "manifesto" non è quella di sviare l'attenzione rispetto alle difficoltà in merito alla tematica in oggetto, che preoccupano molto e che devono essere affrontate nelle sedi opportune. Si desidera invece favorire un discorso propositivo, che si focalizzi sulle opportunità di restauro dei rustici, per il territorio e per la comunità.
L'obbiettivo di tutti - Confederazione, Cantone, Comuni, enti pubblici e cittadinanza - dovrebbe essere quello di salvaguardare, con precise regole, questi preziosi beni culturali e questi paesaggi antropizzati: è anche un discorso di qualità diversificata del territorio, rifuggendo la banalizzazione, l'impoverimento e la perdita di tracce preziose del passato. Un futuro dignitoso per le regioni periferiche lo si costruisce anche valorizzando le proprie tipicità: i rustici e il loro paesaggio circostante ne fanno parte di diritto.
Questo patrimonio, per vari motivi, è oggi seriamente a rischio. È indispensabile fare di tutto per salvare il salvabile: già molti edifici sono crollati; il rischio è che nei prossimi anni diversi altri preziosi testimoni della civiltà contadina vengano cancellati irreversibilmente.
L'ERS-LVM (Ente Regionale per lo Sviluppo del Locarnese e della Vallemaggia) e le quattro Antenne di sviluppo regionale ad esso connesse (Vallemaggia, Verzasca, Gambarogno e Centovalli-Onsernone-Pedemonte) desiderano portare l'attenzione e, soprattutto, coinvolgere la comunità, in tutte le sue componenti, per promuovere e incentivare il restauro dei rustici. In un contesto senza dubbio non facile, è importante avere un approccio che trasmetta anche positività, opportunità, occasioni di crescita per il territorio discosto, per la popolazione locale, per le turiste e i turisti.
2. INVITO ALLE PROPRIETARIE E AI PROPRIETARI DI RUSTICI
A chi intende procedere a un restauro consigliamo vivamente di:
- rivolgersi a progettisti sensibili e di qualità, contattare in primis gli uffici tecnici comunali ed eventualmente i funzionari cantonali;
- consultare il sito www.ti.ch/rustici, dove vi sono molte informazioni utili per chi si appresta ad iniziare un progetto di restauro;
- promuovere interventi di qualità, nel rispetto delle tipologie architettoniche del luogo, permettendo così di dare un valore autentico al proprio edificio. Si vogliono assolutamente evitare restauri poco o nulla rispettosi delle peculiarità locali.
Si propongono inoltre le seguenti considerazioni:
- è importante sapere che se un rustico crolla oppure è fortemente deteriorato nelle sue componenti essenziali la ristrutturazione e il cambio di destinazione in residenza secondaria rischiano di essere giuridicamente impossibili. Lo stesso problema si pone se un rustico oppure i suoi dintorni subiscono delle modifiche che ne alterano l'aspetto originario;
- ogni proprietaria o proprietario è pertanto responsabile del proprio rustico: è importante conoscere lo stato di conservazione, informarsi sulla sua classificazione nell'inventario degli edifici fuori zona edificabile (presso i Comuni) e sulla possibilità o meno di procedere a un suo restauro;
- il PUC-PEIP, il Piano di utilizzazione cantonale dei paesaggi con edifici e impianti protetti, esplicita le zone in cui è consentito il cambiamento di destinazione dei rustici, come pure le norme di attuazione (dettagli sul sito www.ti.ch/rustici); anche in questo caso i Comuni potranno fornire tutte le informazioni necessarie;
- i privati possessori di un rustico che non sono interessati a promuovere un restauro, sono invitati a mettere sul mercato l'edificio: ciò essenzialmente per scongiurarne l'abbandono e il possibile conseguente crollo;
- le comunioni ereditarie ampie e le proprietà eccessivamente frammentarie sono sovente un ostacolo per il restauro dei rustici; nel caso in cui nessuno tra membri fosse interessato al restauro, si consiglia di mettere sul mercato le proprietà. Nel caso di piccoli nuclei o più costruzioni adiacenti, potrebbe essere interessante coinvolgere anche enti pubblici ed associazioni locali (Comuni e Patriziati o altri enti legati al territorio).
3. L'IMPORTANZA DEI RUSTICI PER IL FUTURO DELLA MONTAGNA
Si ritiene importante sottolineare e veicolare alcuni concetti centrali:
- Il territorio fuori zona edificabile è un patrimonio di valori, risorse e saperi, utile per il futuro del Ticino, per il benessere dei cittadini e per sviluppare nuove offerte legate al turismo sostenibile e all'economia del settore primario. La montagna deve essere vista in modo dinamico, unendo tradizione, tutela, valorizzazione ma pure spirito innovativo. È importante promuovere un approccio culturale alla montagna, in cui uomo e natura abbiano relazioni positive e rispettose.
- È essenziale il sostegno e l'incentivo pubblico a chi tutela questo patrimonio: il Cantone, soprattutto, dovrà continuare a promuovere queste ristrutturazioni, sia nei confronti degli enti pubblici (ad esempio con i sussidi destinati ai "progetti paesaggio"), sia nei confronti dei privati (ad esempio con il sussidio per i tetti in piode). Naturalmente anche i Comuni, i Patriziati e le numerose associazioni/fondazioni, pubbliche e private che hanno a cuore il paesaggio costruito sono invitati a essere parte attiva e propositiva.
- I buoni progetti devono essere condivisi e conosciuti, affinché si sviluppi sempre di più un "circolo virtuoso positivo" legato ai rustici. Si devono diffondere idee, positività, fiducia e opportunità di sviluppo.
- Occorre promuovere i benefici che si creano grazie ad un ritorno a "vivere la montagna": il rapporto con la natura e il paesaggio rendono la montagna e il territorio fuori zona edificabile privilegiati per chi li vive e luogo di benessere. Laddove sono gli enti pubblici a promuovere queste iniziative, spesso si instaurano nuove opportunità socio-economiche per le regioni discoste, da cogliere e perseguire.
- È pure l'occasione per veicolare, soprattutto alle giovani generazioni, alcuni valori fondamentali del vivere comunitario: un senso civico e di appartenenza; uno spirito identitaria ma aperto al futuro e agli altri; il benessere comune; l'importanza della salvaguardia e la valorizzazione dei beni del patrimonio costruito; la consapevolezza che il futuro si costruisce partendo dalle peculiarità del territorio.
- Il restauro dei rustici rafforza e promuove un settore socio-economico fondamentale delle valli: le piccole-medie imprese e il settore dell'estrazione e lavorazione della pietra, ossia artigianati e industrie di nicchia che detengono specifiche competenze da poter tramandare alle prossime generazioni.
4. LA SFIDA
In conclusione, l'obiettivo è quello di spingere sia il privato cittadino che le istituzioni di diverso genere, a fare il possibile per salvare il salvabile nei prossimi dieci anni, i quali saranno decisivi nel bene o nel male.
Il patrimonio costruito fuori zona edificabile ha infatti ancora molte opportunità da cogliere; tuttavia, senza una consapevolezza e un maggiore impegno corale, il rischio di una sua cancellazione definitiva è reale.
È quindi importante promuovere e incentivare il restauro e la tutela dei rustici con nuovo slancio!