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La vita segreta degli animali dell’ex-Caserma di Losone

Pipistrelli rari e cavallette credute estinte, tritoni e libellule, i prati dell’ex-Caserma svelano una fauna poco conosciuta.

Oltre all’imponente complesso di edifici, l’ex-Caserma di Losone comprende anche vasti terreni che, magari un po’ inaspettatamente, ospitano un’ampia gamma di ambienti naturali, tra cui alcuni veri e propri scrigni della biodiversità.

 

Una di queste perle ci è stata mostrata da una guida d’eccezione, vera conoscitrice di siti particolarmente ricchi di insetti: una femmina di Vespertilio maggiore. Si tratta di una specie di pipistrello particolarmente rara e minacciata, le cui femmine durante l’estate si riuniscono in gruppi numerosi all’interno di ampi solai o campanili per allevare i loro piccoli.

 

In Ticino sono rimasti solo ancora 3 di questi rifugi di riproduzione che in totale ospitano meno di 150 femmine. Queste si nutrono soprattutto di grossi carabidi, un tipo di coleottero che si sposta camminando al suolo. Per catturali i Vespertili maggiori devono posarsi a terra.


Una decina di anni fa avevamo marcato alcuni Vespertili maggiori per scoprire dove andassero a cacciare in modo da poter salvaguardare e favorire, tramite adeguate misure di protezione, cura e gestione, i loro ambienti di caccia.

 

Ebbene, una delle femmine marcate ci ha condotto su un ampio prato situato a valle della strada cantonale che da Losone porta a Golino e poi verso le Centovalli. Ma cosa avrà di così particolare questo prato da attirare un pipistrello così raro ed esigente come il Vespertilio maggiore?

 

Si tratta di un così detto prato secco, cioè di un prato che cresce su un suolo ghiaioso-sabbioso, molto povero di sostanze nutritive e drenante.

 

Una volta questi ambienti erano molto abbondanti, infatti erano i tipici prati che crescevano lungo le golene dei nostri fiumi prima che questi venissero incanalati e i prati meno produttivi venissero rioccupati dal bosco.

 

Rispetto ai prati che crescono su suoli più fertili presentano una vegetazione più rada e sono particolarmente ricchi di fiori e quindi di insetti, cosa puntualmente confermata da un rilievo delle cavallette che ha permesso di scoprire un’altra grande rarità: una bella popolazione di Aiolopo smeraldino (Aiolopus thalassinus), una cavalletta per anni creduta estinta in Svizzera.

 

Nel frattempo, essa ha per fortuna potuto essere osservata anche in alcune altre zone del nostro Paese, tra cui varie località del Ticino meridionale e alcune zone dei Cantoni di Ginevra e Basilea.

 

Prati secchi protetti

Questo particolare prato, nato dalle storiche buzze della Melezza, si è mantenuto fino ai giorni nostri proprio grazie alle esercitazioni militari che per anni lo hanno sottoposto a una giusta dose di calpestio che ha impedito ai cespugli e ai giovani alberi di crescere.

 

Ora che l’esercito non utilizza più questo spazio vi è il forte rischio che, lasciato alla sua evoluzione naturale, il prato in poco tempo si trasformi in bosco, perdendo le caratteristiche che lo rendono particolarmente attrattivo non solo per il Vespertilio maggiore e l’Aiolopo smeraldino, ma anche per numerose altre specie animali e vegetali particolari.

 

Per evitare che ciò succeda da alcuni anni esso è quindi oggetto di misure di gestione mirate, eseguite dall’AFOR Losone (Azienda Forestale Losone) e finanziate dal Dipartimento cantonale del territorio attraverso l’Ufficio natura e paesaggio e in passato anche da armasuisse nell’ambito del programma Natura-Paesaggio-Esercito.  

 

Ogni anno in inverno si procede allo sfalcio della vegetazione erbacea e al taglio degli alberi e dei cespugli che crescono lungo il suo margine.

 

Questo permetterà di mantenere anche in futuro ampi spazi colonizzati da una vegetazione erbacea né troppo alta né troppo densa che garantisce condizioni di temperatura e umidità ottimali per lo sviluppo dell’Aiolopo e un ambiente di caccia ideale per il Vespertilio maggiore che, cacciando al suolo, ricerca attivamente aree con vegetazione rada e bassa dove l’accesso alle prede è più facile.

 

Il raro e minacciato pipistrello Vespertilio maggiore e una libellula imperatore.

 

Il paradiso degli anfibi

Un altro biotopo situato sui terreni circostanti l’ex-Caserma è la grande palude presso l’ex stand di tiro. Questa è molto più conosciuta, tanto da essere iscritta nei siti di riproduzione di anfibi di importanza nazionale, perché ogni primavera attira per la riproduzione ben 8 delle 12 specie di anfibi presenti nel nostro Cantone.

 

Durante le calde serate di maggio l’area risuona allora dei rumorosi canti emessi dei maschi di Raganella e Rana verde per richiamare l’attenzione delle femmine. Non tutti gli anfibi sono però così rumorosi e appariscenti.

 

All’ex-stand di tiro vivono anche due specie di discretissimi tritoni, il Tritone crestato italiano e il Tritone punteggiato meridionale. I loro maschi sono muti per cui devono ripiegare su un altro sistema per farsi notare dalle femmine: per attirare la loro attenzione si cimentano in complicate danze subacquee durante le quali mettono in mostra il meglio della loro livrea nuziale, caratterizzata da pancia gialla o arancione punteggiata di nero e fantasiosa cresta sulla schiena.


Mentre la notte appartiene agli anfibi, il giorno è delle libellule. Lo spazio aereo sopra la palude si riempie allora dei loro colori sgargianti e delle loro prodezze aviatore. Le libellule, infatti, hanno delle abilità di volo eccezionali perché possono muovere le quattro ali in modo indipendente l’una dall’altra cosa che permette loro di compiere virate improvvise e di volare in verticale, sul posto o addirittura all’indietro.

 

Quando sfrecciano da un lato all’altro della palude questi insetti molto antichi i cui progenitori vivevano già 400 milioni di anni fa e avevano un’apertura alare di oltre 70 cm, possono raggiungere una velocità di 50km/h.

 

Presso l’ex-stand di tiro si possono osservare una quindicina di specie di libellule diverse. Il momento migliore per farlo è un caldo pomeriggio estivo, ben soleggiato e privo di vento. Perlustrando le rive del biotopo è possibile imbattersi in una piccola e fragile Codazzurra (Ishnura elegans) che sfarfalla timidamente da una canna all’altra.

 

Oppure, comodamente seduti al bordo del bosco in una posizione un po’ sopraelevata, si possono seguire le vicende dei grossi e vistosi Imperatori (Anax imperator). I maschi pattugliano instancabilmente il canneto e con furiose battaglie aeree scacciano tutti i rivali.

 

Solo raramente si concedono una piccola pausa ristoratrice. Raggiungono allora il margine del bosco e, con le zampe disposte a formare una specie di cestino, cercano di catturare un piccolo insetto da divorare in volo.

Giovedì 3 Gennaio 2019Ritorna

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